Disturbi Alimentari

TRATTAMENTO DI:

  • Disordini Alimentari vari
  • Anoressia
  • Bulimia
  • Binge eating
  • Vomiting

I problemi alimentari sono sempre più in aumento, cambiano nel tempo e sono in continua trasformazione. Piccole o grandi abbuffate consolatorie, alternanza tra abbuffate e astinenza, avversione al cibo, mangiare in maniera incontrollata, vomitare dopo l’abbuffata, eccessiva attenzione al cibo salutare o al fisico muscoloso e perfetto.

Le persone che accusano queste problematiche sono persone che generalmente hanno difficoltà a gestire le proprie emozioni e sperimentano un disagio psicologico profondo. Il percorso psicologico è basato sulla ricerca del significato profondo che ne è alla base, sulla ricerca dei motivi che generano disagio, ma soprattutto sullo sblocco dei punti problematici e sulla risoluzione del problema.

Durante il percorso psicologico saranno utilizzate diverse tecniche costruite ad hoc, tecniche psico-corporee e tecniche di problem solving relative alla specifica problematica.

Anoressia Giovanile

«MI VEDO GRASSA!» Cit. Ventenne di 29kg.

L’anoressia Giovanile insorge sempre più precocemente ed in particolare interessa maggiormente le ragazze rispetto ai ragazzi. Negli ultimi anni, vede coinvolte persino le ragazzine di 7/8 anni e sono in aumento i casi in cui l’Anoressia porta alla morte. Si parte dal tentativo di essere più carine ed attraenti, ad esempio imitando l’influencer che ha molto successo, e si inizia ad eliminare alcuni cibi fino alla completa astinenza. Astinenza chiama astinenza e si arriva a non mangiare più. Alle volte, questo processo di dimagrimento può nascondersi dietro la scelta di un’alimentazione vegana o vegetariana in modo tale da iniziare ad eliminare alcuni alimenti senza che nessuno si accorga della reale motivazione sottostante, fino a quando poi il dimagrimento diventa così evidente da non potersi più nascondere nè trovare giustificazioni che reggano.

Le dinamiche sottostanti possono essere diverse, ma un fatto certo è che la vittima colpita sceglie di suo spontanea volontà di iniziare a dimagrire, ma poi si ritrova involontariamente vittima della stessa sua scelta. Ciò su cui inizialmente aveva controllo, finisce col controllare lei a tal punto da non riuscire a liberarsene.

Inizia così un circolo mortale in cui la ragazza si ritrova involontariamente vittima:
➡️ L’anoressia controlla così bene la vittima colpita che questa non riesce a liberarsene;

➡️ Si scatena il fenomeno contraddittorio del “più dimagrisco e più mi vedo grassa”, vale a dire che la ragazza più perde peso e più si vede enorme;

➡️ Si ha pertanto una percezione alterata delle dimensioni del proprio corpo;

➡️ Questo perchè, al di sotto di un certo peso, la vittima colpita vede il proprio corpo attraverso LENTI DEFORMANTI che distorcono la realtà.

La ragazza, poichè spaventata e messa a disagio dalle dimensioni del proprio corpo, reagisce mettendo in atto ulteriori sforzi per dimagrire.

Intervenire è fondamentale per rompere il processo di dimagrimento. Attraverso esperienze graduali, si andrà a ristabilire il rapporto con le proprie emozioni, con il corpo e con il cibo. L’anoressia infatti rappresenta una modalità di difesa, una sorta di armatura in grado di proteggere dalle emozioni più forti: avere il controllo del proprio corpo dà l’illusione di averlo sulle proprie emozioni e sulla propria vita. Questa armatura però diventa una trappola dal momento che, per proteggersi sempre di più, la vittima si spinge sempre più in là digiunando sempre di più, sempre meglio, fino a perdere il controllo su se stessi.

Binge Eating

Il Binge Eating Disorder (Disturbo da Alimentazione Incontrollata) è un disturbo dell’alimentazione caratterizzato dall’alternanza delle grandi ABBUFFATE in cui fa un consumo smodato di cibo e giorni di ASTINENZA in cui si riduce di molto il proprio fabbisogno giornaliero fino a fare un vero e proprio digiuno non mangiando più nulla o quasi.
Ad esempio, si può digiunare per 4 giorni in cui si perde 3kg per poi abbuffarsi per 2 giorni e prendere 3kg.

Alla base del meccanismo c’è l’illusione di avere un apparente controllo tra il periodo del DIGIUNO e la grande ABBUFFATA: la dinamica che si crea è quella che l’ABBUFFATA fa perdere il controllo per poi DIGIUNARE e avere l’illusione di riprendere il controllo, per poi sfociare in un’altra ABBUFFATA che fa nuovamente perdere il controllo.

Si innesca un circolo vizioso in cui:

➡️ Il DIGIUNO provoca l’ABBUFFATA a cui si rimedia compensando con un altro periodo di DIGIUNO, e così via;

➡️ è il DIGIUNO che costruisce le basi per l’ABBUFFATA, e non il contrario: nella fase restrittiva, la persona osserva rigidamente la sua dieta ipocalorica come garanzia per non ingrassare. Tuttavia, coltiva il desiderio dei “cibi proibiti” che finiscono col preparare la fase dell’abbuffata in cui la persona tende a ingerire esattamente tutti i cibi a cui ha rinunciato durante la fase di digiuno. Come dice De Vries: «L’astinente porta sempre dentro di sé il desiderio di cio’ da cui si astiene»;

➡️ Le abbuffate sono caratterizzate dalla scelta di “cibi proibiti“, ovvero da quei cibi che secondo la persona sono da evitare assolutamente poiché fanno ingrassare, come ad esempio carboidrati o, ancora di più, i dolci. Il digiuno, invece, è caratterizzato da una presenza prevalente di frutta e, ancora di più, insalate;

➡️ L’Abbuffata è anticipatamente programmata e pianificata. Ad esempio, la persona esce di casa appositamente per comperare tutto quello che di lì a poco ingerirà;

➡️ Solitamente non sono presenti le “condotte compensatorie” come vomito, uso di lassativi o esercizio fisico estremo e, solitamente, la persona è in normo-peso o leggermente sovrappeso.

Mangiare una smisurata quantità di cibo rispetto alla media di tute le altre persone e ingerirlo con una velocità estrema senza far caso alla quantità né alla qualità del cibo, porta la persona a sentirsi sentirsi fortemente sofferente e a disagio. Come i grandi serpenti che, dopo aver ingerito la preda dalle grosse dimensioni, rimangono immobili perché incapaci di muoversi finché non si sia concluso il processo digestivo. La persona si sente imprigionata in questo meccanismo di alternanza tra digiuno e abbuffate, a tal punto che tende a isolarsi perché si vergogna per il proprio stile alimentare, si sente depressa e in colpa dopo l’abbuffata, e ha timore che qualcuno la scopri vedendola gonfia dopo l’abbuffata.

L’autoregolazione si ottiene se si è capaci di perdere l’apparente controllo concedendosi il piacere in maniera controllata. La svolta avviene attraverso una ristrutturazione del principio di causalità secondo cui non è l’abbuffata ad assere temuta e vista come pericolo, ma è il digiuno che conduce all’abbuffata. Pertanto, è importante introdurre nel periodo di digiuno più quantità di cibo desiderato, ovvero piccole violazioni piacevoli al rigido ordine.

«Se te lo concedi puoi rinunciarvi, se non te lo concedi sarà irrinunciabile»

Bulimia

«L’unica cosa a cui non riesco a resistere sono le tentazioni».

La Bulimia, etimologicamente “fame da bue”, indica un desiderio sfrenato del consumo di cibo in cui si ha un’irrefrenabile compulsione a mangiare senza riuscire a resistere.

La bulimia è caratterizzata da abbuffate ricorrenti e continue di un periodo o più momenti in cui si ha una tentazione fortissima a dover mangiare una grande quantità di cibo, senza badare alla qualità e senza nemmeno gustarlo.

Ci sono 3 tipi di persone bulimiche:

  1. Boteriani: secondo cui il cibo è puro godimento e pertanto mangiano per puro piacere. Mangiano in maniera continuativa, ma senza vere e proprie abbuffate. Generalmente, per loro il peso non è importante, ma riscontrano diversi problemi fisiologici che li spingono a rivolgersi ad un esperto;
  2. Yo-Yo: secondo cui si alternano periodi di digiuno e periodi di alimentazione incontrollata dove si recupera il peso perso nel periodo di digiuno. Il sovrappeso, in questo caso, viene percepito come molto negativo in quanto la persona ha l’ambizione di dimagrire, ma non ci riesce.
  3. Carciofo: secondo cui il cibo rappresenta una lotta costante. Loro vorrebbero dimagrire, ma non ci riescono. Temono così tanto gli eventi paurosi e le sensazioni dolorose che utilizzano il cibo come una scorza per proteggersi da tutto ciò che provoca dolore, con particolare riferimento alle problematiche affettivo-relazionali. A differenza dei Boteriani, questi tengono tantissimo alla forma fisica e pertanto lottano contro il peso e contro il cibo.

Vomiting

«Il Vomito è un’abitudine irresistibile, desiderata e ricercata».

Il Vomiting rappresenta un bisogno compulsivo di mangiare al fine di vomitare. In questo quadro, si passa dal piacere del cibo al piacere del vomito. Il vomito nasce un po’ per caso, in alcuni casi viene suggerito da un’amica, in altri viene spontaneo dopo un’abbuffata. Il problema nasce quando, a quella prima volta, segue una seconda e una terza fino al punto che vomitare diventa un’abitudine sistematica: si vomita tutte le volte in cui ci si abbuffa.

Si innesca un ciclo vizioso in cui:

➡️ La sequenza del Vomiting è costituita dalla fase iniziale in cui si desidera il cibo, poi quella in cui si mangia fino a sentirsi pieni e infine quella in cui si scarica col vomito.

➡️ Il Vomito non è un modo per non ingrassare, ma diventa un effetto desiderato che provoca il massimo piacere.

➡️ Il Cibo non è ritenuto pericoloso per l’aumento di peso, ma diventa un mezzo per poter vomitare.

➡️ L’abbuffata diventa una scusa per il vomito. Si ricerca e desidera l’abbuffata con lo scopo di vomitare.

Il meccanismo di fondo era utilizzare il vomito come metodo per non ingrassare o per dimagrire. Tuttavia, col passare del tempo, la sequenza del mangiare e vomitare è diventata un rituale sempre più piacevole e il vomito è diventato il massimo piacere.

La persona si sente intrappolata nel circolo vizioso del Vomiting, ma non riesce ad uscirne. Spesso il vomito diventa un piacere così alto che, chi ne soffre, vive una vita in cui tutti gli altri piaceri sono attutiti o negati. Il vomito diventa una forma di piacere che ci si può concedere, un impulso a cui non si può resistere. Non è un caso che il processo del Vomiting segua una sequenza simile a quella del comportamento sessuale: desiderio, azione, scarica. Alla pari di questo, si ha un impulso che tende ad essere soddisfatto.